Molti stilisti hanno compreso l'importanza di mettere il loro talento a servizio di molti, a prescindere dalla loro disponibilità economica e delle loro misure. Fioriscono collezioni di abiti dedicati alle taglie comode, a donne e uomini che non vogliono rinunciare ad indossare capi eleganti a costi ragionevoli.
D'altra parte anche lo stesso mondo della moda ha conosciuto una rivoluzione copernicana, scoprendo le modelle in carne a parziale discapito delle longilinee top model con le ossa ben in vista. Non molto tempo fa il dibattito è stato ravvivato dalla scelta di un'importante rivista di moda di utilizzare il programma photoshop per ritoccare le fotografie delle topo model aggiungendo qui e là un po' della carne che la maggior parte di noi possiede.
Il rapporto tra le immagini che scorgiamo sulle riviste patinate e le persone che incontriamo nella nostra vita quotidiana diventa, infatti, sempre più distante. Pensiamo alle icone degli anni Cinquanta, le celebri maggiorate come Sofia Loren e Gina Lollobrigida, oppure a quelle degli anni Ottanta, forse più vicine alla nostra memoria. Le forme sinuose di Cindy Crawford, di Naomi Campbell o di Monica Bellucci appaiono molto distanti dai corpi androgeni e dai volti emaciati delle top model di grido attualmente e ciò è per certi versi paradossale.
Proprio negli anni in cui cresce l'incidenza del sovrappeso nel mondo occidentale, sulle passerelle vediamo corpi sempre più magri, al limite dell'anoressia, come è stato da più parti denunciato. La questione dell'eccessiva magrezze delle modelle ha, infatti, sollevato diverse perplessità sia per quanto concerne la loro salute ed il loro benessere, sia per i modelli che esse veicolano. Sappiamo come le adolescenti, e non solo, siano facilmente suggestionabili e come l'anoressia sia una vera e propria malattia che può condurre anche alla morte, se non affrontata in tempo.